80° anniversario del primo bombardamento alleato su Catania, documenti inediti

La notte tra il 5 e il 6 di luglio 1940, un mese dopo la dichiarazione di guerra dell’Italia fascista alla Gran Bretagna e Francia, si produceva il primo bombardamento britannico su Catania. Salvatore Nicolosi, nel suo La Guerra a Catania, racconta nei dettagli il primo episodio di guerra della città etnea.

Nella notte tra il 5 e il 6 luglio, un gruppo di bimotori della RAF, sorvolano la città e puntano direttamente sull’aeroporto di Fontanarossa, il loro obiettivo sono gli Hangar e i depositi carburanti. L’ allarme arriva in ritardo, quando gli apparecchi nemici stanno già sganciando le prime bombe, poco dopo le prime ambulanze accorrono sul luogo. Della notizia del primo bombardamento sulla città, i catanesi sapranno poco o nulla, infatti il Popolo di Sicilia, quasi tace la notizia, rilegandola in secondo piano.

Come si evince dl rapporto della Regia Prefettura, l’allarme aereo seguì il bombardamento, e le carenze non si fermarono lì… Le ambulanze che arrivano al Santa Marta, non trovarono nessun ad attenderle, ne infermieri ne medici. Il comando della CRI dovette inviare il personale medico al Santa Marta. Il sistema di allarme non aveva funzionato, tutto era al buio e nessuno era stato avvisato dell’arrivo delle autoambulanze. Anche al Vittorio Emanuele furono trasportati gli avieri feriti, otto in totale, di cui due morirono nella notte. In totale i decessi furono 17 e un ferito civile la figlia del casellante della stazione vicino l’aeroporto.

Questo il testo del telegramma che Alfonso Molina strasmise a Roma nelle prime ore di giorno 6 luglio. «Ore 21 del 5 corrente formazione di cinque apparecchi nemici presentatesi improvvisamente in questa città habet bombardato et mitragliato locale aeroporto provocando incendio un capannone et conseguente distruzione due apparecchi, uno da trasporto altro da bombardamento alt Si deplorano tra avieri tredici feriti alcuni dei quali gravi condizioni et finora accertati quindici morti alt Un solo ferito civile persona figliuola casellante ferroviario servizio prossimità aeroporto alt Segnale allarme est dato dopo alcuni minuti inizio bombardamento alt Popolazione mantenutasi calma. – Questore».

Il 10 di luglio viene trasmesso dal raggruppamento della Artiglieria Contraerea, a mezzo di documento riservato il documento con o schema del sistema di avvistamento e batterie contraeree della Città. Lo schema e i lucidi dello stesso sono documentazione inedita che è stata recentemente pubblicata nel volume Catania In guerra, nelle immagini inedite dei soldati della Luftwaffe, edito nella collana Sicilia 1943.

Giuliano Camilleri

Bombardamento di Fontanarossa Aprile 1943

Bombardamento di Fontanarossa Aprile 1943
Documento riservato del 1° Raggruppamento Artiglieria Contraerea 10 Luglio 1940

Catania in Guerra, nelle immagini inedite degli uomini della Luftwaffe. «Guerra e Arte al Castello Ursino luglio 1942»

La Mostra d’Arte di soldati dell’asse e artisti catanesi 11-31 luglio 1941


Nel dicembre del 1940 quando i primi reparti della LW arrivarono a Catania, la città cambiò rapidamente il suo aspetto. Come relata Vitaliano Brancati nel suo Diario Romano, i soldati germanici erano «Giovanotti dal viso dorato, pieni della irrazionale serietà dei poppanti». Sta di fatto che nei primi anni della guerra, l’alleato è visto come invincibile e trattato come tale. La presenza delle truppe in città si fa sempre più evidente, nel bene e nel male. Le relazioni dei soldati germanici con la popolazione locale saranno nei primi anni incentrate a un mutuo rispetto. Sopratutto nel caso degli ufficiali che trovano alloggio presso abitazioni private, la quotidianità con i catanesi fa sorgere amicizie inaspettate.


A livello ufficiale, sin dal 1941 si incominciano a realizzare numerose attività, volte a intrattenere le truppe alleate e fortificare i vincoli di amicizia dei due popoli in guerra. Conferenze presso la Regia Università e presso il Centro di Cultura Italo – Tedesco, partite di calcio ed eventi sportivi. Il 20 febbraio del 1941 si pubblica a Catania il primo numero del Der Adler vom Etna, edizione bilingue tedesco e italiano.


Tra le varie iniziative volte a fortificare i vincoli tra la società catanese e l’alleato germanico, va ricordata la Mostra d’Arte di soldati dell’asse e artisti catanesi che si svolge tra 11-31 luglio 1942, nelle sale del Castello Ursino, dove si espongono circa 317 opere tra pittura, scultura e disegno.
La mostra raccoglie le opere d’arte di semplici soldati e ufficiali tedeschi che nonostante la guerra non sanno resistere alle bellezze della Sicilia. Una terra che respira arte e cultura, con paesaggi che inspirano pace. I soggetti sono vari da una visione di Taormina, alle spiaggia di Scoglitti o un panorama di Paternò.

Ma non mancano i soggetti che ricordano la guerra come le numerose opere che ritraggono le batterie antiaeree della piana di Catania del Gefr. Fritz Schröder o l’aeroporto di Gerbini del Hptm. Schimdt.

Dalla parte italiana, grandi maestri della pittura catanese degli anni ‘40 – ‘60, come Roberto Rimini, Carmelo Comis, M Lazzaro, Emilio Greco e Vincenzo Camilleri Mazzaglia, allora caporale del genio fotoelettricisti, operaio militarizzato presso lo stabilimento di Fotomeccanica Camilleri presso l’Ospizio di Beneficenza di via Crociferi.

Il ricordo di quella mostra di una Catania sotto le bombe, mi è stato trasmesso, come un racconto di quelli antichi. Il Castello Ursino, trasformato in sala d’arte, l’inaugurazione con le autorità, e per un momento la guerra e le bombe messe da parte…

Giuliano Camilleri