La Mostra d’Arte di soldati dell’asse e artisti catanesi 11-31 luglio 1941

Nel dicembre del 1940 quando i primi reparti della LW arrivarono a Catania, la città cambiò rapidamente il suo aspetto. Come relata Vitaliano Brancati nel suo Diario Romano, i soldati germanici erano «Giovanotti dal viso dorato, pieni della irrazionale serietà dei poppanti». Sta di fatto che nei primi anni della guerra, l’alleato è visto come invincibile e trattato come tale. La presenza delle truppe in città si fa sempre più evidente, nel bene e nel male. Le relazioni dei soldati germanici con la popolazione locale saranno nei primi anni incentrate a un mutuo rispetto. Sopratutto nel caso degli ufficiali che trovano alloggio presso abitazioni private, la quotidianità con i catanesi fa sorgere amicizie inaspettate.
A livello ufficiale, sin dal 1941 si incominciano a realizzare numerose attività, volte a intrattenere le truppe alleate e fortificare i vincoli di amicizia dei due popoli in guerra. Conferenze presso la Regia Università e presso il Centro di Cultura Italo – Tedesco, partite di calcio ed eventi sportivi. Il 20 febbraio del 1941 si pubblica a Catania il primo numero del Der Adler vom Etna, edizione bilingue tedesco e italiano.

Tra le varie iniziative volte a fortificare i vincoli tra la società catanese e l’alleato germanico, va ricordata la Mostra d’Arte di soldati dell’asse e artisti catanesi che si svolge tra 11-31 luglio 1942, nelle sale del Castello Ursino, dove si espongono circa 317 opere tra pittura, scultura e disegno.
La mostra raccoglie le opere d’arte di semplici soldati e ufficiali tedeschi che nonostante la guerra non sanno resistere alle bellezze della Sicilia. Una terra che respira arte e cultura, con paesaggi che inspirano pace. I soggetti sono vari da una visione di Taormina, alle spiaggia di Scoglitti o un panorama di Paternò.

Ma non mancano i soggetti che ricordano la guerra come le numerose opere che ritraggono le batterie antiaeree della piana di Catania del Gefr. Fritz Schröder o l’aeroporto di Gerbini del Hptm. Schimdt.

Dalla parte italiana, grandi maestri della pittura catanese degli anni ‘40 – ‘60, come Roberto Rimini, Carmelo Comis, M Lazzaro, Emilio Greco e Vincenzo Camilleri Mazzaglia, allora caporale del genio fotoelettricisti, operaio militarizzato presso lo stabilimento di Fotomeccanica Camilleri presso l’Ospizio di Beneficenza di via Crociferi.

Il ricordo di quella mostra di una Catania sotto le bombe, mi è stato trasmesso, come un racconto di quelli antichi. Il Castello Ursino, trasformato in sala d’arte, l’inaugurazione con le autorità, e per un momento la guerra e le bombe messe da parte…
Giuliano Camilleri