
L’operazione Corkscrew, meglio conosciuta in italiano come l’Operazione Cavatappi, fu il nome in codice utilizzato dagli Alleati per indicare la conquista dell’isola di Pantelleria e delle Pelagie (Lampedusa, Linosa e Lampione). L’operazione si innestava nel più ampio piano di conquista della Sicilia ed era fase preliminare dell’operazione Husky. Le isole di Pantelleria e Lampedusa, che si trovano a poche centinaia di chilometri da Malta e dalla costa della Tunisia, rappresentavano, per gli Alleati le basi perfette da utilizzare come punti d’appoggio avanzati in occasione delle operazioni di sbarco in Sicilia.
Sin dal 1936 il Regime, aveva trasformato l’isola di Pantelleria in una fortezza. Per la sua posizione naturale al centro del Canale di Sicilia a solo 220 chilometri da Malta e vicina alla base Francese di Biserta, Pantellleria era stata ribattezzata dalla stampa italiana come la «Gibilterra italiana» e definita come «imprendibile».
Le opere di fortificazione delle due isole sono affidate alla Regia Marina e alla Regia Aeronautica. Il comando nel maggio-giugno 1943 ricade sull’ammiraglio Gino Pavesi. Tutte le opere di fortificazione sono sotterranee o in caverna. Tra tutte l’Hangar di Pantelleria di ben 300 metri di lunghezza per 26 di larghezza e 16 di altezza, rappresenta una delle opere più importanti realizzate per la fortificazione dell’isola, e la sua trasformazione in base avanzata. Nato da un progetto di Pier Luigi Nervi, consentiva il ricovero di sessanta MCC. 202 e sei aerosiluranti SM. 79.

L’album inedito del Tenente Gino Granata
Il tenente Gino Granata, classe 1908, fu destinato a principio del 1941 alla difesa dell’isola di Pantelleria, proveniente dal 73 Reggimento Fanteria «Lombardia». Venne assegnato come ufficiale di complemento addetto alla sorveglianza dei lavori stradali, dipendente dal comando della forza mobile posta a difesa dell’aeroporto. L’arco di tempo del diario per immagini del tenente Granata, va dal gennaio del 1942, data in cui a bordo della torpediniera «Cigno» giunge in forza alla guarnigione della piazzaforte, fino ad aprile del 1943, quando l’ultima foto lo ritrae sdraiato in una sedia a sdraio e la pipa in bocca.

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