(Estratto dal libro di Giuliano Camilleri, Ediciones Arte Libro Marzo 2020)
L’operazione Corkscrew, meglio conosciuta in italiano come l’Operazione Cavatappi, fu il nome in codice utilizzato dagli Alleati per indicare la conquista dell’isola di Pantelleria e delle Pelagie (Lampedusa, Linosa e Lampione). L’operazione si innestava nel più ampio piano di conquista della Sicilia ed era fase preliminare dell’operazione Husky. Le isole di Pantelleria e Lampedusa, che si trovano a poche centinaia di chilometri da Malta e dalla costa della Tunisia, rappresentavano, per gli Alleati le basi perfette da utilizzare come punti d’appoggio avanzati in occasione delle operazioni di sbarco in Sicilia.

Sin dal 1936 il Regime, aveva trasformato l’isola di Pantelleria in una fortezza. Per la sua posizione naturale al centro del Canale di Sicilia a solo 220 chilometri da Malta e vicina alla base Francese di Biserta, Pantellleria era stata ribattezzata dalla stampa italiana come la «Gibilterra italiana» e definita come «imprendibile».
Le opere di fortificazione delle due isole sono affidate alla Regia Marina e alla Regia Aeronautica. Il comando nel maggio-giugno 1943 ricade sull’ammiraglio Gino Pavesi. Tutte le opere di fortificazione sono sotterranee o in caverna. Tra tutte l’Hangar di Pantelleria di ben 300 metri di lunghezza per 26 di larghezza e 16 di altezza, rappresenta una delle opere più importanti realizzate per la fortificazione dell’isola, e la sua trasformazione in base avanzata. Nato da un progetto di Pier Luigi Nervi, consentiva il ricovero di sessanta MCC. 202 e sei aerosiluranti SM. 79.
L’album inedito del Tenente Gino Granata
Il tenente Gino Granata, classe 1908, fu destinato a principio del 1941 alla difesa dell’isola di Pantelleria, proveniente dal 73 Reggimento Fanteria «Lombardia». Venne assegnato come ufficiale di complemento addetto alla sorveglianza dei lavori stradali, dipendente dal comando della forza mobile posta a difesa dell’aeroporto. L’arco di tempo del diario per immagini del tenente Granata, va dal gennaio del 1942, data in cui a bordo della torpediniera «Cigno» giunge in forza alla guarnigione della piazzaforte, fino ad aprile del 1943, quando l’ultima foto lo ritrae sdraiato in una sedia a sdraio e la pipa in bocca.

Il tenente Granata, viene catturato insieme a tutta la guarnigione dell’isola 11 giugno 1943, l’ Archivio Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito ha ultimato un riordino delle buste d’archivio che contengono i verbali della “Commissione per l’interrogatorio degli ufficiali reduci da prigionia di guerra”, con sede in Lecce alle dipendenze dirette del Ministero della Guerra, che nel dopo guerra raccolse le testimonianza degli ufficiali rientrati dalla prigionia. Grazie a questi documenti d’archivio e alle diciture nel verso delle foto inviate dal tenente Granata alla sua fidanzata è stato possibile ricostruire la storia raccontata per immagini della guarnigione della «Gibilterra italiana».

Le foto che compongono l’album del tenente Granata, sono state riorganizzate in modo da essere suddivise secondo un ordine cronologico e raggruppate in piccole sezioni, che descrivono i diversi aspetti della vita sull’isola.

Momenti di vita quotidiana con l’isola e le sue bellezze naturali come sfondo, sono alcune delle immagini che ci offre questo singolare album di ricordi di guerra. Ma allo stesso tempo di grande interesse il buon numero di foto che ritraggono la pista di volo della Regia Aeronautica e il suo famoso Hangar. Un altra serie di immagini ritraggono i lavori di sistemazione della strada che da contrada Campobello collega l’aeroporto alla strada litoranea di Pantelleria. E poi la vita dei soldati della guarnigione, dalla messa al campo del giovedì santo del 1942 alle esercitazioni in campagna.
L’album di guerra del tenente Granata ci offre uno spaccato inedito della vita sull’isola di Pantelleria, durante gli anni cruciali della seconda guerra mondiale, dal 1942 fino a pochi mesi prima del giugno 1943. (estratto dal libro di Giuliano Camilleri «Pantelleria la «Gibilterra italiana»,
nelle immagini del tenente Gino Granata» Ediciones Arte Libro Marzo 2020 )
